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Giovanni Grassi

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Il percorso artistico di Giovanni Grassi si può far risalire ai primissimi anni ’70.

In quel periodo, ancora studente dell’Accademia di Belle Arti di Brera inizia a collaborare come assistente presso il Gruppo OB di Milano; gruppo di punta di quello specifico ambito di ricerca interdisciplinare che all’epoca prendeva il nome di Ricerche Visive.

Nei tre anni trascorsi a fianco di Giuseppe Becca, suo ex professore del Liceo e principale esponente del Gruppo OB, Giovanni Grassi ha l’opportunità di entrare in contatto con le più diverse esperienze, approfondendo la tecnica fotografica a vari livelli: attraverso la ricerca, la documentazione, la pubblicità e la collaborazione alla realizzazione di videotape .

All'interno del Gruppo OB ha collaborato alla progettazione nel campo della grafica, del design, dell’arredamento, della ricerca estetica e museografica; con particolare attenzione all’uso del mezzo televisivo nella  lettura dell’opera d’arte.

Quest'esperienza lo fa entrare in contatto con un apparato teorico-critico di vaste proporzioni che spazia dalla teoria della percezione alla semiologia e dalla fenomenologia allo studio dei media.

Questi anni, che possono essere considerati gli anni della formazione, durante i quali si sono intrecciate esperienze operative e teoriche ma anche rapporti umani, hanno segnato per tutti gli anni a venire il carattere e la mentalità di Giovanni Grassi e costituiscono il nucleo fondativo di tutta la sua successiva esperienza artistica.

Nel 1974 fonda con Federico Vaccari lo studio GV dove si occuperà di grafica pubblicitaria e fotografia.

Nel 1976 comincia l’esperienza dell’insegnamento dell’Educazione Artistica nella scuola media Statale.

Nel 1985 Con Francesco Zaccone realizza un “intervento urbano” dal titolo “Per-corso Garibaldi” con testo critico di Francesca Pensa.

Nel 1997 presenta allo Spazio Aleph la mostra dal titolo “Chiasma” con testo critico di Francesco Tedeschi.

Nel 2000, come in un cammino a ritroso, Grassi, compie una sorta  di  ritorno alle origini, iniziando l’esperienza della pittura “en plein air”. Vedono così la luce i primi paesaggi della Bretagna, regione che lo incanta e in cui, per più di dieci anni, parteciperà a varie mostre. Tra i luoghi che hanno ospitato le sue opere si ricordano Locquirec, Guimaec, la Chapelle Saint-Antoine a Plouezoc’h e  Plousganou.

Campagne à Plestin-les-Grèves (Bretagne)

La rivière du Douvern (Bretagne)

Etang Locquirec (Bretagne)

Nel 2006 ottiene il passaggio di ruolo alle scuole superiori dove insegna Disegno e Storia dell’Arte e nel 2010 passa al Liceo Scientifico Statale Vittorio Veneto.

Nel 2008 fonda a Milano, con un gruppo di pittori, la Galleria Zamenhof.

Nel febbraio 2009 la galleria vedrà la presentazione della sua prima mostra antologica con testo critico di Davide Corsetti, bilancio di oltre 15 anni di attività.

Nel 2009 la sua ricerca pittorica  sviluppa una dimensione antinaturalistica, dove colore e materia assumono un significato quasi ontologico, come testimonia il ciclo di opere materiche su carta.

Legno dipinto

La roche tombée 1 (Bretagne)

La roche tombée 2 (Bretagne)

Nel 2011 partecipa alla V Biennale di Pero con una istallazione urbana che inaugura il ciclo del ferro.

Nel novembre 2011 inaugura presso lo “Studio Raffaello Giolli Arte Contemporanea” la mostra “Ferro, il colore dell’essere” con testo critico di Tommaso Grassi.

Con questo ciclo di opere Grassi precisa ulteriormente la sua ricerca,  orientata a mettere in sempre più stretta relazione le potenzialità espressive della materia ferrosa, con l’elemento “colore-materia”.

Nella stessa direzione di ricerca si inquadra anche l’ultima doppia personale di Grassi con Egle Reggio, dal titolo “Il ferro e la tela”, sempre con testo critico di Tommaso Grassi, presentata anch’essa nello “Studio Raffaello Giolli Arte Contemporanea” nell’aprile 2012.

Nell’aprile 2013 espone alla Biblioteque Galilée de Oissel in Normandia una personale che illustra le ultime tappe del suo percorso artistico.

Nel 2014 espone in collettiva con Egle Reggio e Gianluca Arienti presso il Centro Arci Bellezza a Milano.

Nel 2015 sempre a Milano con Egle Reggio espone presso la Galleria Spazio Libero.

Dal 2016 estende la sua attività artistica in Normandia e segnatamente a Rouen, partecipando a diverse esposizioni collettive.

Sue Opere sono presenti alla Galleria d’Arte Contemporanea Daniel Duchoze.

 

Hanno scritto di lui: Francesca Pensa, Francesco Tedeschi, Maria Lombardo, Marina Di Stasio, Marie Laure Bourgeois, Fabrice Grossi, Vigilio Patarini, Davide Corsetti, Giuseppe Giacobino, Tommaso Grassi.

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